Nuovo Codice della Strada ed eBRT: i ciclisti a rischio

Il Consiglio Direttivo di ARIBI lancia un appello urgente: “Così si condannano i ciclisti a percorsi pericolosi”.

Modifiche al Codice della Strada – entrate in vigore a dicembre 2024

Dal 14 dicembre 2024, con l’entrata in vigore della Legge 177/2024, il Codice della Strada vieta ai velocipedi l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici.

  • Divieto di accesso ai ciclisti nelle corsie riservate ai mezzi pubblici: viene formalmente vietato ai velocipedi di circolare su corsie dedicate ai bus.
  • Obbligo per gli automobilisti di lasciare almeno 1,5 metri di distanza laterale nel sorpasso del ciclista, ove le condizioni della strada lo consentano.
  • Obbligo di accendere le luci di posizione anche di giorno in condizioni di scarsa visibilità.
  • Introduzione della categoria “strade urbane ciclabili”, con limite di 30 km/h, priorità per le bici e possibilità per la circolazione in contromano se c’è corsia ciclabile bidirezionale.
  • Eliminazione della figura delle corsie “bus+bici”: non è più possibile creare corsie miste bici‐bus, salvo diversa normativa successiva.

Una modifica che, a Bergamo e provincia, rischia di trasformarsi in una condanna alla pericolosità quotidiana per chi sceglie la bicicletta, soprattutto alla luce dell’imminente attivazione del progetto eBRT.

🚫 Stop bici nelle corsie preferenziali

Per decenni, in molte città italiane, cartelli con “eccetto biciclette” hanno consentito alle due ruote di utilizzare le corsie preferenziali in sicurezza, evitando il traffico veicolare pesante. Oggi questo non sarà più possibile. I ciclisti saranno obbligati a condividere la carreggiata con automobili, furgoni e mezzi pesanti, senza alcuna protezione fisica.

⚡ eBRT: velocità e priorità, ma zero spazio per i ciclisti

Progetto eBRT Bergamo–Dalmine–Verdellino

  • Il sistema eBRT, un progetto di trasporto rapido di massa con bus elettrici su corsie preferenziali, è finanziato con circa 84 milioni di euro dal PNRR.
  • È prevista l’attivazione del primo bus a luglio 2026. Il servizio dovrebbe garantire tempi rapidi: ad esempio, da Bergamo all’Università di Dalmine in circa 25 minuti.
  • Il tracciato comprende circa 18 fermate, con corsie preferenziali per circa il 73% del percorso. Sono previsti anche nuovi marciapiedi, cordoli, rotatorie, e un sistema semaforico che dia priorità ai bus eBRT in ogni intersezione.

Il nuovo sistema di trasporto rapido elettrico su corsie dedicate tra Bergamo, Dalmine e Verdellino, presentato come progetto innovativo e primo in Italia, entrerà in servizio nel 2026. I mezzi eBRT, più rapidi e prioritari dei bus tradizionali, viaggeranno sulle corsie interne adiacenti ai marciapiedi: per i ciclisti, esclusi da queste corsie, significherà circolare all’esterno, in mezzo al traffico automobilistico.

⚠ Rischio concreto: ciclisti “intrappolati” tra due mezzi

In uno scenario di sorpasso contemporaneo — a destra un eBRT elettrico, a sinistra un’automobile o un camion — il ciclista si troverà schiacciato tra due masse in movimento, con pericoli altissimi di incidente grave. Un rischio che riguarda sia il tragitto urbano sia quello extraurbano, in particolare lungo l’asse Bergamo–Dalmine–Verdellino.

📉 Un passo indietro per la mobilità sostenibile

Per l’utenza più debole della strada, questa modifica rappresenta un arretramento culturale e infrastrutturale. Non solo si perde un tratto sicuro di strada, ma si esclude di fatto il ciclista da percorsi centrali e ben collegati, relegandolo nelle zone a più alto tasso di incidentalità.

Il Consiglio Direttivo dell’Aribi esprime con estrema gravità e profonda delusione quanto segue:

  1. Nonostante gli annunci rassicuranti, il nuovo Codice della Strada (Legge 177/2024), in vigore dal 14 dicembre 2024, esclude definitivamente i ciclisti dalle corsie riservate ai mezzi pubblici, eliminando ogni possibilità di convivenza sicura tra bici e bus nei tragitti urbani congestionati.
  2. Il recentemente avviato progetto eBRT, tra Bergamo, Dalmine e Verdellino, finanziato con ingenti risorse pubbliche e previsto in funzione da luglio 2026, prevede corsie preferenziali più rapide dei bus tradizionali, sulle quali i ciclisti non potranno transitare.
  3. Ne deriverà una situazione inaccettabile dal punto di vista della sicurezza: i ciclisti saranno relegati alla corsia ordinaria, esposti a rischi considerevoli, inclusa la possibilità di rimanere “incastrati” tra un mezzo eBRT e un’automobile in controsorpasso, con conseguenze potenzialmente drammatiche.
  4. È paradossale che un’iniziativa descritta come avveniristica e sperimentale, in un territorio che si definisce avanzato come quello Bergamasco, sia realizzata senza alcuna misura di protezione per i ciclisti, utenti da sempre considerati la categoria più fragile nella mobilità urbana.
  5. L’Aribi richiede immediatamente risposte chiare e soluzioni concrete a:
    • Comune di Bergamo;
    • ATB Mobilità;
    • Regione e enti locali coinvolti.
    È indispensabile integrare fin da subito percorsi ciclabili sicuri, minimizzare l’esclusione del ciclista e garantire che il progetto eBRT non trasformi un tratto oggi percorribile da bici in un incubo per la sicurezza personale.
  6. Ribadiamo la nostra profonda delusione verso un Codice della Strada che, nel nome dell’innovazione e della mobilità sostenibile, offende la dignità e la tutela del cittadino che pedala, cancellando progressi e buona pratica in materia di ciclabilità urbana.
  7. Una revisione della normativa che consenta deroghe sicure per la convivenza bici–trasporto pubblico. “Non possiamo accettare che un progetto nato sotto il segno della mobilità sostenibile — primo in Italia — escluda e metta in pericolo proprio chi la mobilità sostenibile la pratica ogni giorno: i ciclisti. Questo è un tradimento del concetto stesso di città vivibile.”

Conclusione

Il messaggio dell’Aribi è forte, chiaro e urgente: la mobilità ciclistica non può più essere marginalizzata. Un progetto strutturale come eBRT ha il dovere — prima che l’opera venga ultimata — di ridisegnare anche lo spazio di mobilità del ciclista, inserendo infrastrutture protette e dedicate. Rimaniamo a disposizione per collaborare nell’individuazione di soluzioni e chiediamo una presa di posizione pubblica delle istituzioni competenti entro tempi brevi.

Cordiali saluti,
Consiglio Direttivo ARIBI

Ebrt e ciclisti

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3 risposte

  1. Buonasera, concordo pienamente con le vostre rimostranze.
    Percorro regolarmente in bicicletta il tratto Lallio Bergamo e ho sempre avuto enormi perplessità in merito alla nuova mobilità con corsie eBRT.
    Vi ringrazio per quanto state facendo, facciamo sentire le nostre ragioni, che sono quelle di tutti i cittadini che hanno a cuore la mobilità sostenibile.
    Gianfranco Colleoni

    1. Grazie Gianfranco,
      grazie per il tuo sostegno e per aver condiviso la tua esperienza. Come ARiBi continueremo a far sentire la voce dei ciclisti, perché la mobilità sostenibile sia davvero sicura e alla portata di tutti.

      Un saluto,
      ARiBi

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